mercoledì 14 settembre 2011

L'ovvio e Procuste

Noi tutti, inconsapevolmente, siamo immersi nell'ovvio.
Nel nostro vivere quotidiano i gesti, le parole, gli oggetti, i valori, i significati, le azioni sono per noi istantaneamente decodificabili.
Se vedo una sedia non penso ad altro che ad essa. Sarei folle se mi mettessi a studiarla per cercare di capire cosa sia.
E' semplicemente una sedia!!!!
Eppure questo passaggio, che appunto è per noi "ovvio", nella realtà non lo è.
Il nostro stare nel mondo, inevitabilmente, deriva da una visione di esso. Visione che è condivisa con miliardi di essere come noi e che ci permette, appunto, di vivere quindi questa "visione del mondo"(Weltanschauung) o sapere condiviso ci permette di mettere in forma il mondo stesso e di conoscerlo.
Un mito greco ci aiuta ad esaltare questo pensiero dal quale derivano tantissimi altri sentieri che cercherò di battere in seguito.
Procuste, nella versione riportata da Karl Kerényi, si trovava sul monte Coridallo, sul quale conduceva la via Sacra che da Eleusi andava ad Atene.
Egli era nominato "il tenditore" e possedeva un letto sul quale faceva stende gli ignari viandati e poichè il letto era sempre troppo grande egli doveva stirare colui che vi giaceva.
Si affermò più tardi che egli possedesse due letti uno grande e uno piccolo e obbligasse i viandanti più piccoli a stendersi sul letto grande e viceversa per torturarli mostrusuosamente.
Fu sconfitto da Teseo che lo fece stendere nel suo stesso letto e lo uccise nella stessa maniera con la quale uccideva i passanti liberando la via Sacra da tutti i pericoli mortali.
Il letto di Procuste rappresenta simbolicamnete la nosta visione del mondo.
Come "il tenditore" noi inglobiamo la realtà nel nostro letto, stirandola quando è troppo piccola o amputandola quando straripa, per poterla contenere in noi stessi.
Non è un atto barbarico. La nostra conoscenza non può fare altrimenti pena l'impensabile incapacità di esistere dell'uomo.
Questo può apparire limitante ma comprendendone l'essenzialità ci può aiutare a considerare in una nuova luce tutti i nostri istintivi timori di fronte al nuovo, al diverso, al non "ovvio" e magari spingerci ad una maggiore, se mai complicatissima, tolleranza.
Inoltre Teseo sconfigge Procuste con la stessa sua arma e questo ci porta a considerare come le stesse visioni del mondo o paradigmi non siano eterni ma modificabili nel tempo e come non esista una conoscenza perfetta e unica.
Un ultimo aspetto che mi preme sottolineare è come nel mito Procuste si trovi sulla strada che da Eleusi porta ad Atene.
I misteri eleusini sono la più alta manifestazione religiosa dell'antica Grecia, riti iniziatici avvolti da un grande interesse per gli studiosi.
Il fatto, quindi, che Procuste e il suo letto siano a metà strada fra questi luoghi religiosi e Atene in chiave simbolica può spingere la nostra riflessione, come invita il prof. D'Andrea, a intravedere un ostacolo o un occlusione fra la sfera mistico-religiosa e la sfera politico-civile quasi a dimostrare il nostro inevitabile bisogno di un letto di Procuste per il nostro vivere insieme e come lo stesso letto ci limiti a qualsiasi ulteriore possibilità di trascendenza.

(Per approfondimenti si ascolti il file audio della lezione del Prof. D'Andrea di Sociologia Generale del 30/09/2010 sul sito Sociologica.it)

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