giovedì 25 aprile 2013

Il capitale, il comunista e l'ex-comunista

Chi ha la pazienza di seguire questo blog sa bene come ritenga essenziale, in questi nostri tempi di crisi, porre attenzione all'uso delle parole (vedi qui e qui). Non semplicemente per il significato etimologico delle stesse ma soprattutto per il loro potere rinviante, simbolico, per la capacità di mostrarci o obliare segni di un orizzonte di pensiero che ci avvolge e ci forma. Eccone un altro esempio.




"Il capitale viene al mondo grondante sangue e sporcizia dalla testa ai piedi"
                                                                                                                                                                                                                         Karl Marx [1]





 
"La seconda osservazione riguarda il valore delle proposte per affrontare la recessione e cogliere le opportunità che si presentano (...) per potenziare l'istruzione e il capitale umano"
                                                                                            Giorgio Napolitano [2]







[1]  Il Capitale - Karl Marx
[2]  Discorso di insediamento alle Camere per il secondo mandato da Presidente della Repubblica

sabato 20 aprile 2013

Il movimento

(In questa triste giornata, dove in Italia sembra riaffacciarsi una nuova forma di monarchia, per tentare di placare il mio enorme sbigottimento, propongo a voi e a me le sagge parole di un grande filosofo.)




"Le rivoluzioni sono vere come movimenti e false come istituzioni."

                                                                                          Merleau-Ponty



P.s. ogni riferimento (ben evidenziato e sottolineato) a fatti e persone reali è esplicitamente voluto.

lunedì 1 aprile 2013

Dei cannibali ovvero i 10 saggi

"Ho avuto a lungo presso di me un uomo che aveva vissuto dieci o dodici anni in quell'altro mondo che è stato scoperto nel nostro secolo, nel posto dove era sbarcato Villegagnon, e che egli aveva chiamato la Francia Antartica ( si tratta del Brasile dove Villegagnon sbarcò nel 1557).
(...) Quell'uomo che era con me era un uomo semplice e rozzo, condizione adatta a rendere una testimonianza veritiera; poichè persone d'ingegno fino ossevano, sì, con molta cura, e più cose, ma le commentano; e per far valere la loro interpretazione e persuaderne altri, non possono trattenersi dall'alterare un pò la storia; (...) ci vuole un uomo o molto veritiero o tanto semplice da non aver di che costruire false invenzioni e dal loro verosimiglianza, e che non vi abbia alcun interesse. Così era il mio.
(...)Ora mi sembra, per tornare al mio discorso, che in quel popolo non vi sia nulla di barbaro e di selvaggio, a quanto me ne hanno riferito, se non che ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi; sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l'esempio e l'idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. (...) Essi sono selvaggi allo stesso modo che noi chiamiamo selvatici i frutti che la natura ha prodotto da sè nel suo naturale sviluppo; laddove, in verità, sono quelli che col nostro artificio abbiamo alterati e distorti dall'ordine generale che dovremmo chiamare selvatici. In quelli sono vive e vigorose le vere e più utili e naturali virtù e proprietà, che invece noi abbiamo imbastardite in questi, soltanto per adattarle al piacere del nostro gusto corrotto.
(...)Quei popoli mi sembravano barbari in quanto sono stati in scarsa misura modellati dallo spirito umano e sono ancora molto vicina alla loro semplicità originaria.
(...)Hanno non so quali preti e profeti, che si mostrano molto di rado al popolo, avendo la loro dimora sulle montagne. (...) Questo profeta parla loro in pubblico, esortandoli alla virtù e al dovere (...) questi profetizza le cose a venire, e i risultati che devono sperare dalle loro imprese, li spinge alla guerra o li dissuade dal farla; ma a tale condizione, che se non indovina bene, e se accade loro diversamente da quanto egli ha predetto, è tagliato in mille pezzi, se riescono ad acchiapparlo, e condannato come falso profeta. Per questo quello che si è sbagliato una volta non lo si vede più.
(...) Quelli che maneggiano le cose dipendenti dalle capacità umane, sono scusabili una volta che hanno fatto quello che potevano. Ma quegli altri, che vengono a ingannarci con assicurazioni di facoltà straordinaria che è al di fuori della nostra conoscenza, non bisogna forse punirli perchè non mantengono la loro promessa, e per la temerità della loro impostura?" [1] (Montaigne)

Il 30/03/2013 il nostro Presidente della Repubblica ( simpaticamente ribattezzato Re Giorgio) ha annunciato: " mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze, di formulare, su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo, precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche."
Praticamente si tratta dell'ennesima formazione di una sorta di commissione, definita dai media "dei saggi" (anche se ci vuole veramente una fantasia estrema a definire "saggi" Violante e Quagliariello), che avrà l'unico ed evidente scopo di fare da camera di compensazione fra i due principali partiti politici (PD-PDL) per permettere ad entrambi di formare, più in là, un "governissimo" senza che i vari elettorati di riferimento sbranino i loro rappresentanti in Parlamento.
Mentre Montaigne ci racconta che, nelle comunità di quelli che noi occidentali definivamo e continuiamo a definire "selvaggi", i preti e i profeti scendevano dalle montagne per profetare in rarissime occasioni e in conseguenza di straordinari avvenimenti, nelle nostre moderne società l'andirivieni di  questi figuri è all'ordine del giorno.
Questa pratica ha reso evidente che quella "cosa sporca che continuiamo a chiamare democrazia" (Gaber), che dovrebbe avere il suo massimo punto di splendore nella scelta, attraverso le elezioni, dei rappresentanti del popolo, ormai è solo un falso racconto tramandato da generazioni.
Si badi bene che queste pratiche non sono solo monopolio del nostro Stato ma sono l'essenza di tutte le democrazie e trovano, per noi, il massimo punto di stortura nelle varie istituzioni Europee che sono formate da personalità mai passate al vaglio del popolo e sulle decisioni delle quali non abbiamo neanche la possibilità a posteriori di intervenire.
Tutto quello che riguarda l'Unione Monetaria dovrebbe essere assolutamente studiato da tutti noi ( e da questo punto di vista vi invito a dare un'occhiata allo splendido lavoro di divulgazione che da anni sta facendo il prof. Alberto Bagnai che potrete trovare sul blog www.goofynomics.blogspot.com) perchè rappresenta una vera e propria rapina della sovranità popolare perpretata da saggi e profeti volutamente artefatta da media conniventi e compiacenti il potere.
Sicuramente introdurre le pratiche barbare (la morte atroce di chi divinizza cose sbagliate dopo essersi presentato quale custode di capacità straordinarie) di cui ci parla Montaigne, non è culturalmente e moralmente immaginabile ma credo che debba essere ben chiaro che, al punto in cui siamo, cannibalizzare intere popolazioni, in quello che definiamo il democratico Occidente, è l'unica vera barbarie che tutti noi non dobbiamo permettere che accada.


[1] Saggi - Tomo I - Cpitolo XXXI - Montaigne - Adelphi ed.