sabato 12 ottobre 2013

L'Etica di Spinoza e quella di Morin

"Quando gli uomini dicono che questa o quella
azione del corpo ha origine nella mente,che ha
impero sul corpo, essi non sanno quello che
dicono, e non fanno altro che confessare, con
parole pretenziose, che ignorano la vera causa
di quell'azione senza meravigliasene"

"Noi non tendiamo a una cosa, né la vogliamo,
né la desideramo perchè la giudichiamo buona,
al contrario la giudichiamo buona perchè vi
tendiamo, la vogliamo e la desideriamo. (...)
Gli uomini infatti credono di essere liberi perchè
sono consci delle loro azioni e ignari delle cause
da cui vengono determinati"

B. Spinoza, Etica 

Non temete, non mi permetterei mai, viste le mie limitate doti, un parallelismo fra il pensiero di Spinoza e quello di Morin. Quello che mi spinge, invece, ad accostare il capolavoro filosofico di Spinoza al VI Tomo del Metodo di Morin, intitolato appunto Etica, è il ritrovamento dell'unico manoscritto originale dell' Ethica ordine geometrico demostrata del filosofo olandase.
Fino ad ora ci si era basati sul testo pubblicato nel 1677, l'anno della morte del suo autore, in due versioni: l'una in latino e  l'altra in olandese.
Il manoscritto ritrovato nella Biblioteca Vaticana di Roma, invece, è datato 1675 ed è copiato ad opera di Pieter Van Gent, amico di Spinoza.
Tale scritto era giunto nella capitale grazie al celebre anatomista danese Niels Stensen, anch'egli di famiglia ebrea come il filosofo, che, convertitosi al cattolicesimo, l'aveva donato all'Inquisizione perchè ne curassero la messa al bando (come appunto accadde).
Ma, nonostante l'intenzione di Stensen e dell'Inquisizione di obliare il manoscritto di Spinoza, proprio la conservazione dello stesso fra i libri messi al bando ha finito, secoli dopo, per donare a tutta l'umanità l'unica copia originale del testo dell'Etica che permetterà di intraprendere nuovi studi dell'opera di Spinoza.
Ed è proprio questo storia del ritrovamento e lo iato fra l'intenzione/azione e la conseguenza a permettermi di introdurre  il concetto di ecologia dell'azione di Edgar Morin.
Nel capitolo 3 intitolato  L'incertezza etica, a mio parere basilare per l'intera opera, Morin, partendo dalla constatazione, a noi tutti familiare, che "è nell'atto che l'intenzione rischia l'insuccesso", mette in risalto che esiste sempre "una relazione nel contempo complementare e antagonista quando si considerano insieme l'intenzione e il risultato dell'azione morale. Complementare, perchè l'intenzione morale acquista senso solo nel risultato dell'atto. Antagonista, viste le conseguenze eventualmente immorali dell'atto morale e le conseguenze eventualmente morali dell'atto immorale".
Per comprendere, quindi, il problema degli effetti di ogni azione, Morin introduce il concetto di ecologia dell'azione che "ci indica che ogni azione sfugge sempre più alla volontà del suo autore nella misura in cui entra nel gioco di inter-retro-azioni dell'ambiente nel quale interviene".
Da ciò discendono due principi cardine.
Il primo ci evidenzia che "gli effetti dell'azione dipendono non solo dalle intenzioni dell'attore, ma anche dalle condizioni proprie dell'ambiente nel quale essa si compie".
Il secondo, che si sposa meravigliosamente con la storia del ritrovamento del manoscritto di Spinoza, mette in evidenza l'imprevedibilità a lungo termine di qualsiasi azione : "si possono pensare o supporre gli effetti a breve termine di un azione, ma i suoi effetti a lungo termine sono imprevedibili".
Forse a questo punto, viste le riflessioni di Morin e lo straordinario ritrovamento del manoscritto di Spinoza,  possiamo concludere che l'unica cosa che l'Inquisizione avrebbe dovuto fare per raggiungere il suo scopo, sarebbe stata, come spesso è accaduto nella storia, quella di bruciare il manoscritto.
Ma a dire il vero anche questa pratica barbara alla lunga non produce quasi mai gli effetti sperati.
Basti pensare, tornando alla nostra attualità,  alla nascita di associazioni e gruppi di persone che imparano a memoria libri o parti di essi per poterli, non solo declamare, ma anche portarli, col proprio corpo, in giro per il mondo permettendo con ciò che nulla venga dimenticato (si veda, ad es., il progetto che si chiama "Proyecto Farhenheit 451" inventato in Spagna e di cui l'associazione Donne di Carta ne è la portavoce italiana dal 2009 - http://www.donnedicarta.org/ ).


P.s.
Se qualcuno è voglioso di conoscere il pensiero di Spinoza in modo semplice consiglio di vedere le due conferenze, la prima di Remo Bodei, la seconda di Carlo Sini, che potete trovare rispettivamente all'indirizzo:
Cosi come, se si vuole approcciare al pensiero di Edgar Morin, consigio la lettura di:
-) I sette saperi necessari all'educazione del futuro - Ed. Cortina Raffaello
-) La sfida della complessità - Ed. Le Lettere (collana GaiaMente)