sabato 14 gennaio 2012

Scalfiture e incrinature

Ernest Hyde

La mia mente era uno specchio:
vedeva ciò che vedeva, sapeva ciò che sapeva.
In gioventù la mia mente fu come uno specchio
d'un'auto in rapida corsa,
che coglie e subito disperde i tratti del paesaggio.
Poi col tempo
sullo specchio si produssero profonde scalfiture,
tra cui s'insinuava il mondo esterno,
e affiorava il mio io più segreto.
E' questa la nascita dell'anima nel dolore,
una nascita fatta di guadagni e di perdite.
La mente vede il mondo come cosa separata,
e l'anima ne fa un tutt'uno con se stessa.
Uno specchio graffiato non riflette immagini
e questo è il silenzio della saggezza.

(Antologia di Spoon Rever di Edgar Lee Masters)


Ester

I suoi occhi scrutavano la sua anima appesa ad un filo. Entravano dentro di lei sondando le profondità più scure del suo io. Andando giù…sempre più giù.
Quel volto, riflesso nello specchio, le apparteneva. Era la porta del suo essere. Eppure sapeva che una semplice incrinatura dello specchio, non percettibile all’occhio umano, avrebbe distorto il suo cammino, la sua discesa. Sapeva che non era in quel volto riflesso la spiegazione di tutto e sapeva benissimo che quello che cercava era dentro di sè.
Avrebbe dovuto guardare dentro di sè e non attraverso la sua immagine riflessa.

(brano tratto da un mio racconto mai terminato)

Scrissi il capitolo su "Ester", parte di un racconto mai terminato, circa 10 anni fa mentre ho letto, per la prima volta, la poesia di Masters da qualche mese.
E' strano come parole, immagini, sensazioni, simboli, suoni, si ripetano all'infinito accomunando uomini prescindendo da epoche, culture, latitutini e longitudini.
Ci sono istanti in cui Tempo e Spazio sembrano non significare nulla.
Mi è capitato spesso, come credo ad ognuno di voi, di ritrovare fra le pagine di un libro, nel testo di una canzone, nelle parole di un amico, di un estranio, pensieri e sensazioni che sembravano intime e profondamente personali ma che invece, con piccole sfumature diverse, vibrano nella vita di tutti noi.
E' una sensazione strana ma potentissima.
Sembra di essere immersi in una narrazione infinita che ci rende partecipi di un Tutto.
Il tema dello Specchio ( vedi post del 09 agosto 2011) è sempre ritornato costantemente nella mia vita.
Fior di scienziati (psicologi, sociologi, antropologi, filosofi, medici) potrebbero dare mille spiegazioni a questa mia inclinazione ma, come ho anche scritto in altri post, non mi sono mai interessate le risposte alle mille domande della vita ma il cammino e la danza che ti porta e ti fa vibrare fra le sensazioni e le immagini dell'esistere di cui la risposta non è altro che una impercettibile pausa in questo incessante flusso.

Nessun commento:

Posta un commento