martedì 9 agosto 2011

Lo specchio

Qualche anno fà scrissi:
"Il male, quando si specchia, vede nel riflesso un'immagine perfetta che innalza a valore assoluto qualsiasi perversione il suo animo abbia concepito.
Il bene, nello stesso specchio, scopre, improvvisa, la sua fragilità ed ogni piccola ruga, segno indelebile di un antico errore, provocato ma non voluto, si trasforma in un solco dove la sua virtù scopre il dolore."

Da poco tempo ho terminato di leggere il libro del filosofo Giorgio Colli "Dopo Nietzsche" e l'autore, nell'aforisma intitolato "L'altro Dioniso", scrive:
"Guardandosi allo specchio, il dio (Dioniso) vede il mondo come propria immagine....Il rapporto tra Dioniso e il mondo è quello tra la vita divina, indicibile, e il suo riflesso. Quest'ultimo non offre la riproduzione di un volto, ma l'infinita molteplicità delle creature e dei corpi celesti, l'immane trascorrere di figure e colori....Il dio non crea il mondo: il mondo è il dio stesso come apparenza".

Quando ho letto questo aforisma ho ripensato subito al mio scritto.
A prima vista non sembrano esserci assonanze tra i due ma l'immagine dello specchio, attribuita dalla tradizione orfica a Dioniso, li unisce fortemente.
Più volte, anche inconsciamente, mi sono ritrovato nei miei pensieri quest'immagine dello specchio.
Se ci riflettiamo noi non possiamo vederci senza rifletterci in esso.
Nel mondo d'oggi noi ci specchiamo per preparare il nostro corpo e il nostro volto a divenire immagine, quella riflessa nello specchio, apparenza che  prende vita e ci rappresenta.
Ma, come il Dioniso di Colli vede, nello specchiarsi, il mondo come propria immagine noi vediamo il nostro viso, che certamente ci appartiene, ma non noi stessi.
Il riflesso è un'immagine che non riuscirà mai a rappresentarci ma solo ad apparire in un fugace attimo.
Lo specchio è allo stesso tempo simbolo di illusione e conoscenza.

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